CORSO CANTO BIZANTINO PRINCIPIANTI2025
La tradizione musicale che unisce il canto sinagogale, lo splendore dei canti corali di Nuova Roma e il canto dei monaci dell’ Italia bizantina
Unesco: il canto bizantino è patrimonio immateriale
Unesco: dal 12 dicembre 2019 Come arte vivente che esiste da più di 2000 anni il canto bizantino è ‘patrimonio immateriale dell’umanità’
Il canto bizantino
Il Canto bizantino, o pre gregoriano è la tradizione del canto modale dei popoli cristiani sotto l’impero Romano d’oriente e d’occidente d.C., basata su 8 toni-modi musicali rispettivamente bizantini ed ecclesiastici.
Il canto bizantino è la continuazione del canto sinagogale o giudaico nel culto cristiano. Vi confluiscono tradizioni del canto sinagogale (Profeta Davide), Siria, Armenia, Egitto, Asia Minore, Italia del Sud (mentre al nord Italia resiste fino al 1200 circa in lingua latina), Grecia e paesi balcanici. L’uso della lingua era il greco, e si usava anche il latino nei paesi latini.
L’unità culturale e spirituale in cui si fondono Oriente e Occidente.
Il canto dell’oriente cristiano è usualmente chiamato canto bizantino, mentre quello corrispondente della chiesa di Roma, ricordato come il canto romano antico lo chiamiamo oggi canto pre gregoriano per distinguerlo dal canto gregoriano che si costituì durante l’impero carolingio, ispirato alla struttura del canto romano ma spogliato dei suoi abbellimenti e della caratteristica vocale micro tonale.
Il canto romano antico si conservò fino all’XI e XII secolo, come ci trasmettono i manoscritti che non hanno ancora nulla di gregoriano.
Grazie ad attenti studi condotti per la ricerca e l’interpretazione della musica medievale si evincono molte somiglianze estetiche tra l’antico romano e il canto bizantino: modalità, cadenze, abbellimenti, alcuni delle quali sono ancora usati oggi nella canzone greca.
Ciò è dovuto non solo alla fatto che l’Italia dipendesse dall’Impero Bizantino ma anche perché divenne terra d’asili per quasi 50.000 monaci che Tra il 726 e il 775, si rifugiarono nel sud Italia durante la persecuzione iconoclasta e dopo l’invasione persiana della Palestina i monasteri siriani e greci si moltiplicarono nel sud Italia e fino all’interno di Roma.
– Molti papi di origine siriana o greca presiedettero quindi ai destini della Chiesa di Roma (14 su 23 papi di lingua greca tra il 644 e il 772).Il “liber pontificalis ”menziona, oltre all’origine orientale, la competenza musicale di tre di loro: Leone II, Sergio II e Gregorio III
– È sotto l’influenza di questi papi che la liturgia romana era profondamente orientale e quindi abbiamo ragione di considerare che anche il canto lo fosse.
La musica carolingia divenne in seguito “gregoriana” al punto da soppiantare, nella stessa Roma, l’antico romano scomparso definitivamente nel 13 ° secolo.
Lo studio del canto bizantino nel mondo
In tutto il territorio greco, oltre al canto liturgico ascoltabile presso tutte le chiese e i numerosi monasteri, lo studio del canto è impartito nei conservatori di stato, e lο ψάλτης (psaltis: maestro di canto bizantino) permette ai provetti cantori di imparare la trasmissione orale sullo psaltiri, cioè il coro dove sono posizionati i cantori professionisti che prestano servizio alle liturgie della chiesa.
In Arizona, il monastero di Saint Anthony impegnato nella divulgazione del canto bizantino in occidente, si occupa di tradurre e mettere in musica l’innografica liturgica dal greco antico alla lingua inglese per rendere accessibile agli americani il significato. Molte nazioni europee ed extra europee hanno adottato lo stesso metodo di traduzione e divulgazione del canto liturgico.
In Italia?
Presso la chiesa greco-ortodossa di Torino un gruppo di cantori e ricercatori è impegnato nel recupero e nello studio del canto romano-bizantino traducendo non solo in lingua greca, ma anche in latino e nella lingua italiana ufficiale l’innografia liturgica nell’intento di rendere accessibili agli italiani il significato della poesia bizantina e del suo valore culturale, spirituale e antropologico. (Vedi link videodidattica)
Inoltre ci si propone i seguenti obiettivi in collaborazione col territorio:
Ripristinare la figura del cantore liturgico bizantino in Italia
Aprire scuole di musica bizantina statali in Italia.
Ripristinare l’uso della voce micro tonale del canto-bizantino
Fare concerti sul territorio italiano.
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